LA MASTOPLASTICA ADDITIVA: DOVE SI POSIZIONANO LE PROTESI MAMMARIE?

LA MASTOPLASTICA ADDITIVA: DOVE SI POSIZIONANO LE PROTESI MAMMARIE?

Il principale segreto di bellezza di una mastoplastica additiva, ossia l’intervento di chirurgia estetica del seno, è l’impianto mammario, meglio noto come protesi. Realizzate in silicone e disponibili in varie forme e misure queste ultime sono infatti l’elemento chiave per donare al seno un nuovo volume e allo stesso tempo offrirgli una nuova proiezione.

Ma dove si posizionano le protesi?
Una protesi mammaria infatti, può essere collocata in diverse zone del nostro seno. Tutto dipende da un serie di fattori come la pelle dei seni, la disponibilità di tessuto ghiandolare, l’impianto mammario scelto per l’intervento: insomma la tecnica non è prodotto di una scelta casuale ma il posizionamento delle protesi è accuratamente valutato prima di ogni intervento dal chirurgo.

Vediamo nel dettaglio!

IL POSIZIONAMENTO DELLE PROTESI MAMMARIE PER LA MASTOPLASTICA ADDITIVA


Tre sono le tecniche tra le quali un chirurgo può scegliere per il posizionamento di un impianto al seno.

Parliamo della prima; si tratta della retroghiandolare. In questo caso l’impianto in silicone sarà posizionato dietro la ghiandola mammaria. Questa tecnica è soprattutto indicata se la nostra paziente ha un seno caratterizzato da un tessuto ghiandolare che permette di coprire in maniera ottimale l’impianto inserito.

La tecnica numero due è la mastoplastica con procedura sottomuscolare. Come suggerisce il termine, la protesi al seno sarà in questo caso posizionata dietro il grande muscolo pettorale ed è la perfetta alternativa alla precedente procedura quando vi è scarsa quantità di tessuto ghiandolare.

Passiamo ora all’ultima tecnica che negli ultimi anni ha riscontrato un notevole successo. Si tratta della Dual plane. In questo caso l’impianto al seno sarà posizionato in doppio piano ossia in parte dietro la ghiandola mammaria e in parte anche dietro il muscolo pettorale. La tecnica dunque acquisisce e combina i vantaggi delle due procedure più storiche della mastoplastica additiva, ossia la tecnica sottoghiandolare e sotto-muscolare.

Chiarito dunque il possibile posizionamento della protesi al seno, è giusto far chiarezza su una questione che potrebbe preoccupare le donne intenzionate a sottoporsi ad una mastoplastica: si tratta degli esami diagnostici mammari.

FACCIAMO CHIAREZZA SUGLI ESAMI DIAGNOSTICI E LA POSIZIONE DELLE PROTESI


Che si trovi in posizione retro muscolare, retro ghiandolare o dual plane, possiamo confermare che la presenza delle protesi al seno non rappresenta un ostacolo per le indagini strumentali di I e II livello.
 
Sarà infatti possibile per un medico diagnosticare senza problemi eventuali neoplasie come nelle donne con seno naturale, possibili piccole formazioni nodulari e, allo stesso tempo, controllare lo stato di integrità delle protesi.

L’unica differenza diagnostica riguarda la mammografia. Non tanto per il posizionamento delle protesi, quanto per la loro presenza, l’esame mammografico sarà eseguito ricorrendo ad un approccio più specifico noto come “manovra di Eklund” o in alternativa, la mammografia è eseguita con l’ausilio della tomosintesi. La procedura consente di acquisire proiezioni mammografiche da diverse angolazioni e ottenere una ricostruzione tridimensionale del seno, permettendo di esaminare ottimamente il tessuto mammario anche in presenza di protesi.