Sufismo: origine e significato di una cultura lontana

Sufismo origine e significato di una cultura lontana

In molti avranno già sentito parlare di sufismo, un termine forse non troppo noto che evoca culture lontane. Il sufismo, secondo alcuni, altro non è che una corrente mistica dell’Islamismo. Conosciuto anche come la Via del Cuore o la Via del puro, il sufismo è quindi una sorta di percorso da intraprendere per cercare un contatto spirituale con Dio.

Le dottrine del sufismo derivano direttamente dal Corano, a cui si aggiunge una serie di concetti presi dalle dottrine spirituali greche, persiane e indù. Tuttavia, nonostante le tante influenze culturali, questa corrente ha una derivazione principalmente islamica.

I sufisti scelgono una via ardua di introspezione e di indagine personale da perseguire portando avanti parallelamente anche lo studio della dottrina esoterica ufficiale. Anche l’etimologia della parola sufi è evocativa: “Suf” in arabo significa “lana”, il materiale con cui venivano confezionate le tuniche dei primi asceti. Secondo altre fonti il sufismo deriverebbe da ahl al-suffa (quelli della veranda), un chiaro richiamo ai primi discepoli islamici che avevano lasciato ogni cosa per seguire il Profeta. Nonostante la derivazione islamica, il sufismo non viene visto così bene dai musulmani ortodossi.

Origine del sufismo

Il sufismo è nato come movimento nell’VIII secolo e si differenzia dall’ascetismo in quanto aspira a realizzare fin dalla vita terrena la presenza divina nell’uomo. Al contrario l’ascetismo era un atteggiamento che serviva a perfezionare l’anima in vista dell’aldilà. Il sufismo si è affermato come complemento dell’Islam giuridico divenendo la scienza interiore contrapposta alla scienza esteriore.

L’aspirazione dei sufi è quindi quella di aspirare alla trascendenza mediante un intricato percorso interiore e pratiche esteriori ed esoteriche. Secondo alcuni studiosi, il profeta Maometto dovrebbe essere considerato il primo sufi della storia. Inizialmente molto individualista, il sufismo cambia con il passare dei secoli e nel XII si apre alla formazione di piccole confraternite raccolte intorno alla figura di un maestro.

Con il passare del tempo il sufismo si è allargato dal Medio Oriente all’Africa, raggiungendo anche la penisola anatolica e il Sud-Est asiatico. L’islam più radicale si spinge fino a negare la veridicità delle pratiche sufi mentre nel mondo sciita si criticano alcuni aspetti della dottrina.

Il sufismo ha avuto alterne fortune: da un lato si è sempre dovuto destreggiare tra le accuse di coloro che pensavano che le sue pratiche potessero minare la purezza del monoteismo islamico, dall’altro ha ricoperto un ruolo importante in seno al riformismo islamico e ha contribuito alla formazione di correnti fondamentaliste in India e Medio Oriente.

Il Sufismo e le confraternite

I Sufi si suddividono in diverse Confraternite dette Turuq; tuttavia, possono anche vivere isolatamente e assumersi l’impegno di riunirsi periodicamente. A differenza dei preti cattolici, possono sposarsi e vivere nel mondo.

Il sufi più prestigioso è al-Hasan al-Basri, di cui sono giunte fino a noi solo alcune citazioni tramite altri autori. Altri sufi famosi sono al-Juanyd, Abd al-Qadir al-Gilani, Abu Madyan Shu’ayb e Imam al Shadhili.

Il personaggio più importante è stato al-Ghazali, un grande teologo dell’Islam che si chiuse per due anni in una stanza della moschea maggiore di Damasco lasciando ogni cosa terrena per la ricerca interiore. Secondo Al-Ghazali, i sufi sarebbero i veri eredi del Profeta essendo gli unici in grado di raggiungere la conoscenza diretta di Dio, percorribile solo mediante la mediazione di legge e teologia.

In generale, il sufismo è un movimento trasversale con al suo interno una corrente sunnita, una sciita e una ibadita. La diffusione del termine “sufismo” e il suo impiego nel mondo occidentale sono merito degli orientalisti britannici che vollero creare una divisione tra la spiritualità islamica e gli stereotipi negativi presenti all’epoca in Gran Bretagna. Con il tempo gli ordini sufi sono stati adottati da vari movimenti sciiti; si pensi, ad esempio, all’Ismailismo che portò alla conversione dell’ordine Safaviyya o la diffusione del duodecimanesimo in Iran.